La gravidanza è un periodo molto importante e unico nella vita della donna, ma caratterizzato da cambiamenti fisici che influiscono anche sulla salute orale: è infatti dimostrata scientificamente la possibilità che la mamma possa trasmettere al bambino anche i batteri che provocano la carie.
E’ fondamentale, perciò, mantenere il proprio cavo orale in buona salute, sia per preservare o migliorare la propria qualità di vita, sia per diminuire la possibilità che il bambino possa soffrire nel corso della sua vita di malattie dentali.
Oggi è possibile trattare le pazienti in stato di gravidanza in piena sicurezza e piuttosto in alcuni casi è persino raccomandabile, ribadiamo, per evitare rischi al nascituro.
Le evidenze clinico-scientifiche che confermano la maggiore propensione allo sviluppo di patologie orali quali carie, gengiviti, parodontiti nelle donne durante lo stato gravidico sono numerose oltre che incontrovertibili.
Per tali ragioni assumono un valore di decisa rilevanza le raccomandazioni emanate dal ministero della Salute, elaborate da un gruppo multidisciplinare di Medici esperti, volte non solo alla promozione di corretti stili di vita capaci di migliorare lo stato della salute orale nelle gestanti, ma altresì a fornire corrette indicazioni in materia di erogazione delle cure odontoiatriche nelle pazienti durante la gravidanza.
Quale è il periodo più sicuro per effettuare le visite per la prevenzione e le eventuali cure odontoiatriche? All’inizio del terzo trimestre anche secondo le linee guida Ministeriali.
Le correlazioni tra patologie orali e parto prematuro
Risale al 1996 il primo studio che ha chiamato in causa la malattia parodontale qualefattore di rischio primario del parto prematuro. Negli anni a venire, poi, si è registrata una lunga e consistente serie di indagini clinico-scientifiche che ha attestato la sussistenza di un legame diretto tra parodontite e aborto spontaneo, ritardo di crescita intrauterino, lesioni e rotture di membrane, scarso peso del nascituro.
Tali eventi avversi possono manifestarsi per via dell’intervento diretto dei batteri scatenanti la parodontite, i quali producono una varietà di mediatori infiammatori chimici – tra cui prostaglandine, interleuchine, endotossine – che condizionano in negativo il normale decorso della gravidanza.
Ancora più allarmante la scoperta risalente al 2010: si è dimostrato scientificamente quanto ilFusobacterium nucleatum, specie batterica originata dal biofilm parodontopatogeno sottogengivale della madre, traslocato alla placenta e al feto, sia addirittura in grado di determinare un processo infiammatorio acuto responsabile della morte endouterina del feto.
Trasmissione verticale dello Streptococcus mutans
Sono le numerose modificazioni fisiologiche che accompagnano la gravidanza a condizionare sensibilmente lo stato di salute orale nella donna.
Iperemesi gravidica mattutina, abitudini alimentari alterate, reflusso gastro-esofageo possono indurre processi di demineralizzazione degli elementi dentali, provocando ilprocesso destruente proprio dell’erosione dentale con rischio accresciuto di insorgenza carie e complicanze infiammatorie.
I tessuti gengivali delle donne in gravidanza sovente evidenziano una risposta infiammatoria decisamente accentuata rispetto ai microbi patogeni gengivali, proprio a causa delle alterazioni ormonali, vascolari e immunologiche associate alla gravidanza. Il verificarsi di tale condizione rende assai frequente l’insorgenza o l’aggravamento delle patologie che interessano i tessuti parodontali, anche per via di una salivazione che presenta ridotta azione detersiva.
Ulteriori studi scientifici hanno messo in luce un altro dato non trascurabile: la presenza di carie dentali e di flora batterica orale cariogena nella madre aumenta il rischio di insorgenza di carie nel nascituro.In concreto, si è potuto dimostrare chelo Streptococcus mutans può trasmettersi da madre in figlio, difatti molte risultanze cliniche hanno documentato che in un numero consistente di casi i genotipi del batterio responsabile della carie nei bambini siano proprio uguali a quelli presenti nelle madri.
Tutto ciò è sufficiente a far percepire la ragione per cui sia necessario ridurre il numero di batteri cariogeni nel cavo orale della gestante in modo che la colonizzazione da parte degli stessi possa essere il più possibile ritardata nel neonato. Durante la gravidanza è pertanto imprescindibile, da parte della donna, adottare una maggiore attenzione verso tutti gli aspetti della salute del cavo orale, anche attraverso visite di controllo più frequenti, dedicando, altresì, la giusta importanza a una corretta alimentazione, sana e varia, indispensabile per proteggere sia la salute della madre che quella del bambino.
Il ruolo fondamentale del Medico Odontoiatra
Durante questa specifica fase della vita di una donna, gioca un ruolo decisivo anche il Medico Odontoiatra di fiducia, il quale deve essere in grado di fornire tutta una serie di indicazioni volte alla salvaguardia dello stato di salute di denti e bocca. In tale direzione, alla donna incinta va consigliato di consumare cibi ricchi di vitamine, sali minerali e nutrienti nobili, a cominciare da frutta e verdura fresche, bere, se possibile, molto latte, evitare il consumo eccessivo di dolci, zuccheri complessi, caramelle, bevande molto zuccherate, cibi contenenti diversi conservanti.
Per diminuire il rischio di insorgenza di erosioni e carie dentali nelle pazienti in stato di gravidanza che soffrono frequentemente di nausea e vomito da iperemesi gravidica, l’odontoiatra deve suggerire di:
- alimentarsi frequentemente con piccole quantità di cibo nutriente
- risciacquare la bocca dopo gli episodi di vomito con acqua in cui disciogliere un cucchiaino di bicarbonato di sodio per neutralizzare l’acidità dell’ambiente orale,
- masticare chewing-gum senza zucchero dopo aver mangiato
- utilizzare spazzolini da denti con setole delicate e dentifrici al fluoro non abrasivi per prevenire danni alle superfici dei denti spazzolare i denti due volte al giorno e utilizzare il filo o altro ausilio interdentale tutti i giorni
- effettuare una visita odontoiatrica e una seduta di igiene orale professionale, per la prevenzione, se non sono state effettuate negli ultimi sei mesi o se si è verificata una nuova particolare condizione.
Indicazioni terapeutiche per un trattamento specialistico in piena sicurezza
La gravidanza non deve dunque costituire un motivo per rinviare visite per la prevenzione e le cure dentali di routine oppure trattamenti di affezioni acute, ricordando che in caso di necessità alcuni farmaci utilizzati di consueto per le procedure specialistiche odontoiatriche e le cure di malattie orali – antibiotici, antinfiammatori, anestetici locali, antisettici orali – si dimostrano del tutto sicuri per la salute di mamma e bambino.
Risulta molto opportuno, però, in caso di necessità di trattamenti specialistici sulla partoriente, che il Medico Odontoiatra si consulti sempre con il Medico Ginecologo curante, per assicurarsi dell’assenza di controindicazioni legate all’utilizzo di farmaci.
Le indagini diagnostiche, incluse le eventuali radiografie quando e se necessarie, possono essere eseguite in modo sicuro, ovviamente con la tecnologia diagnostica oggi più all’avanguardia, adottando scrupolosamente tutte le precauzioni ed i protocolli utili per l’ attenta salvaguardia della salute di mamma e del piccolo. Per quanto attiene all’igiene orale domiciliare quotidiana, bisogna utilizzare prodotti senza alcool, ricordando che cetilpiridinio cloruro e clorexidina possono essere utilizzati solo quando la necessità clinica sia stata chiaramente evidenziata e prescritta dal Medico Specialista curante.
Il secondo trimestre è il periodo più sicuro per intervenire
Nella donna incinta, l’inizio del secondo trimestre – dalla 14a alla 20a settimana di gestazione – è il periodo più sicuro per effettuare le eventuali procedure terapeuticheodontoiatriche, durante il quale il rischio di interruzione della gravidanza è inferiore rispetto al primo trimestre e l’organogenesi è completata. Entro 20 settimane di gestazione l’utero in gravidanza è posizionato al di sotto dell’ombelico e, pertanto, i trattamenti odontoiatrici possono essere eseguiti con maggiore comodità sulla poltrona rispetto ai periodi successivi.
Nel terzo trimestre, l’utero di dimensioni aumentate può premere sulla vena cavainferiore e sulle vene pelviche, ostacolando il ritorno venoso al cuore: tale diminuzionedel ritorno venoso può provocare una riduzione della quantità di ossigeno erogata al cervello e all’utero. Dopo la ventesima settimana di gestazione, pertanto, le pazienti devono essere mantenute in una posizione semiseduta o con un cuscino posizionatosotto il lato destro del corpo per consentire lo spostamento dell’utero lateralmente a sinistra della vena cava. Questo posizionamento è generalmente confortevole e permetterà di evitare ipotensione e nausea.
Dott. Daniele Parrello
Odontoiatria Multidisciplinare e Ortognatodonzia
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